ESSERE CAPO E DONNA: LA LEADERSHIP AL FEMMINILE

 

scarpa tacco

Oggi e domani terrò un corso sulla Leadership al femminile.

Cosa significa essere capo e donna? Nei diversi contesti familiare e aziendale le donne dimostrano una maggiore capacità di adattamento e un’ ampia sensibilità.

Esse vantano una serie di ottime qualità manageriali e relazionali: la capacità di affrontare le complessità e gli imprevisti, l’etica nel lavoro, la capacità di condividere le responsabilità riuscendo a valorizzare i propri collaboratori, la velocità nell’apprendimento, l’abilità nel problem solving, la cura dei particolari, la concretezza, l’ordine e la diligenza….

MA….ciò che a volte manca è l’assunzione di un ruolo di leader per la naturale tendenza a non valorizzarsi mai abbastanza o a diventare tiranne!

La donna – capo  è  sicuramente diversa dai colleghi uomini e presenta inevitabili caratteristiche femminili. Inoltre essendo cresciuta in un sistema di valori, di regole, di conoscenze costruito dagli uomini, la donna-capo ha una difficoltà maggiore nel quotidiano, data dall’ambivalenza:

–         Essere se stessa? Mostrando anche i suoi lati più fragili.. oppure

–         Adattarsi a modi e stili più maschili?

 E COSA SCEGLIE SECONDO VOI???  boss donna

E’ vuoto il modello di leadership femminile perché le donne hanno pochi esempi di donne leader da modellare..oggi le donne imitano l’unico modello che conoscono, l’unico esistente e l’unico considerato vincente: quello maschile. Tendono quindi a trasformarsi: assumono una postura, un linguaggio e atteggiamenti che rinunciano alla femminilità, considerata (erroneamente) come sinonimo di fragilità e vulnerabilità.

QUALI SONO LE DIFFERENZE FRA LEADERSHIP MASCHILE E FEMMINILE?

Le donne sono maggiormente orientate alle relazioni e all’aiuto. Non hanno vita facile perché su di loro c’è  uno standard di performance e di risultato atteso superiore agli uomini (sin dai tempi della scuola).

Sono maggiormente portate ad organizzare il lavoro in modo strutturato, ad assicurarsi che il compito venga eseguito e a motivare per la sua corretta esecuzione.

Hanno maggior capacità di trasmettere entusiasmo, di coinvolgere gli altri e dimostrano di essere maggiormente preoccupate degli altri e della loro crescita, sono più portate per sviluppare strette relazioni lavorative.

Gli uomini sono molto più orientati al risultato e hanno sviluppato la capacità ad avere approcci più strategici. Sono maggiormente aperti alle nuove idee e si assumono più facilmente dei rischi.

Sono più inclini ad imparare le lezioni dal passato e a trovare nuove vie per cambiare il futuro. Non sono molto portati al multitasking. Paradossalmente alcuni dei più importanti leader mondiali (uomini) hanno unito a questi skills più maschili, l’empatia, l’ascolto, la sensibilità e talvolta la vulnerabilità.

COME ESPRIMERE LEADERSHIP CON IL CORPO?

  • LO SGUARDO: Al lavoro per avere credibilità, non essere fraintese ed essere prese sul serio occorre imparare a usare lo sguardo giusto per comunicare autorevolezza e non è fonte di ambigue interpretazioni. Per dare la percezione di mostrare interesse, trasmettere autorevolezza e non essere sfidanti, non si possono superare i 3 secondi di sguardo “occhi – negli – occhi”.
  • LA TESTA : Inclinare troppo la testa o annuire più del necessario è una abitudine tipicamente femminile. Questa postura si può usare per dimostrare attenzione, pertesta storta incoraggiare qualcuno a continuare ma per dare l’immagine di una donna sicura di sé o per trasmettere la spinta decisionale la testa va tenuta dritta e ferma in posizione neutra. Il collo è da sempre associato con le emozioni umane e quando pieghiamo la testa, stiamo emettendo un messaggio amichevole.  Nel mondo femminile, un tale cenno viene automatico quando si nota qualcosa di estremamente carino o tenero o quando stiamo dimostrando la nostra attenzione agli altri. In materia di comunicazione non verbale, la testa inclinata è un comportamento di sottomissione.
  •  IL CORPO: La postura tipica delle donne  è quella “a gomitolo”:  si auto-rimpiccioliscono come se avessero timore di rubare spazio tenendo le braccia incollate al corpo, accavallano le gambe, incurvandosi in avanti, occupano poco spazio. Per esprimere leadership occorre espandersi allargando le braccia, tenendo le spalle all’indietro e la testa eretta. Questo comunicherà assertività e fiducia in se stesse e nelle idee che si propongono.
  •  LE MANI: Uomini e donne, nei momenti di stress, usano dei gesti per scaricare la propria tensione e questo non è un male. Le donne ne mettono in atto alcuni tipicamente femminili che possono essere fraintesi con insicurezza e/o sensualità: accarezzarsi le mani,  toccarsi i capelli,  arrotolarsi una ciocca di capelli, giocare con braccialetti e collane o mangiarsi le unghie. Occorre imparare a controllare le mani negli incontri di business per non fare percepire alcun segnale di tensione.
  • LA VOCE: La voce femminile è un arma. Ma anche un arma a doppio taglio! Imitare la voci sensuali o vocine da bambine non va bene in azienda perché la vocina indebolisce la tua credibilità e il tuo potere. Sicuramente si otterrà l’effetto di non intimidire chi sta intorno ma si darà l’impressione di una persona inaffidabile, poco sicura di sé che chiede il permesso di fare e dire invece di affermare la sua presenza e la sua personalità. Impostare la propria voce e se necessario fare un corso di teatro per una voce di maggiore impatto e diaframmatica.
  • IL SORRISO:Sapere quando usare un sorriso non è sempre facile da comprendere e usarlo come una tattica ruffiana per ottenere favori rischia di essere letto male e di attirare le antipatie di colleghi e colleghe. Sorridere troppo spesso può dare un segnale di ‘voglio piacere a tutti‘ e si rischia l’effetto zerbino.  Se si sta dando un feedback negativo a qualcuno evitare di arricchirlo con un sorriso. Lo slow smile (il sorriso lento): secondo alcuni ricercatori il timing di un sorriso fa la differenza. Un sorriso spontaneo non è mai rapido. Se la zona sorriso è solo nell’area bocca (foto 1) è un sorriso finto, che manca di sincerità perché in un sorriso naturale anche gli occhi danno il loro contributo(foto2).

smile julia

  • LA STRETTA DI MANO: La stretta di mano delle donne è spesso timida, debole e questo trasferisce fragilità e poca fiducia in se stesse. Imparare a dare una buona stretta

Ultimo consiglio:  non abdicate alla vostra femminilità e alle vostre caratteristiche di genere. Lavorate un po’ di più sull’autorevolezza e  speriamo che le aziende promuovano un management misto.  Creare un nuovo modello femminile, diverso da quelli esistenti è importante…e per le aziende..il fatto che sia “diverso”  è solo un valore aggiunto!

 

COSA COMUNICA LA TUA STRETTA DI MANO?

hands

Inconsapevolmente ci scambiamo con la stretta di mano tutta una serie di informazioni sul nostro status sociale, sul nostro rango e sulle nostre intenzioni. Questo gesto, che è segno di apertura, fornisce molte informazioni su di noi e sulla nostra relazione con l’interlocutore. 

La stretta di mano è il momento iniziale di un rapporto e dobbiamo registrare i messaggi “spontanei” che il nostro interlocutore ci fornisce in questa fase importante. Non è una gara per vedere chi sarà il più forte, quanto piuttosto il mettere le fondamenta ad un rapporto, per cui è un modo per cogliere l’atteggiamento che avrà l’interlocutore ed eventualmente fargli comprendere che non accettiamo la sua modalità.

E TU DI CHE STRETTA SEI?

Quando stringiamo la mano o qualcuno ce la stringe, occorre fare attenzione alla forza usata: se la stretta è forte e decisa si comunica dominanza, se è ancora più forte, si comunica aggressività. In linea di massima la stretta forte e decisa è apprezzata solo da coloro che a loro volta offrono una stretta forte e decisa; in caso contrario potrebbe risultare poco efficace e anche molto fastidiosa.

STRETTA PARITARIALe persone dello stesso livello si stringono la mano in modo tale che i palmi si tocchino in verticale ed è una stretta che denota parità.

 

stretta di mano up downNella stretta di mano con manifestazione di predominio uno dei due interlocutori tiene la propria mano con il palmo rivolto verso il basso obbligando l’interlocutore a tenere il proprio verso l’alto. Chi tiene la mano sopra “controlla” l’altro e ne è predominante.

Allo stesso modo, chi porge la propria mano tenendo il palmo verso l’alto lasciandosela stringere dall’interlocutore che mantiene il controllo, comunica sottomissione e passività.

Fra le strette di mano poco efficaci:

LA MANO STRITOLATRICE: ha l’obiettivo di trasmettere sicurezza e positività. I palmi delle mani sono alla pari ma la pressione è fortissima. Trasmette aggressività e non è affatto piacevole per chi la riceve (a tutte le donne sarà sicuramente capitato di ricevere sgradite strette che diventano dolorosissime se si indossano anelli);

LA MANO MOLLE: La mano molle indica una personalità sfuggente ed evasiva e trasmette remissività e scarsa energia. Non sarebbe neanche definibile “stretta” perché non si stringe la mano dell’interlocutore ma ci si limita a lasciare la propria molle. Non è generalmente gradita;

 STRETTA DELLE FALANGI DELLE DITA: una persona apre la propria mano per stringere quella del conoscente il quale allunga la propria e si lascia stringere solo le ultime due falangi delle dita. Questa stretta trasmette poca sicurezza e poca voglia di stringere la mano dell’altro. Se è una donna a porgere solo le punte delle dita, questo potrebbe essere letto come un atteggiamento altezzoso (porgere la mano per ricevere il baciamano) ed esprime l’aspettativa di un atto di deferenza.

 In generale quindi cerchiamo sempre di valutare che tipo di stretta gradisce il nostro interlocutore aspettando che sia lui il primo a tendere il proprio braccio e a chiudere la stretta. Ci regoleremo di conseguenza, per cui se ci accorgiamo che la stretta è forte potremo a nostra volta effettuare la stessa pressione, rendendogli una stretta che troverà sicuramente piacevole. Al contrario, se ci accorgiamo che la stretta è debole, dovremo ridurre al massimo la pressione.