A tutti sarà capitato di essere in riunione e non solo per motivi professionali: riunioni condominiali, riunioni familiari, riunioni con amici, ecc… e sicuramente le aspettative nelle riunioni fuori dal contesto professionale non equivalgono quelle fatte per motivi di lavoro nelle quali, oltre al bisogno di comprendere “perché si sta facendo quel meeting”, c’è anche la componente temporale, ovvero: non posso perdere tempo per seguire attività non importanti.
La riunione è uno strumento di comunicazione importante in azienda e la si può definire come un’attività di gruppo tesa a realizzare un obiettivo, frutto dell’interazione dei partecipanti e non ottenibile attraverso sforzi di tipo individuale.
E’ però un’opinione diffusa che le riunioni siano delle perdite di tempo, inefficaci, inefficienti e pesanti.
Le riunioni sono un ottimo momento per aggiornarsi sulle varie attività in corso, per identificare criticità e ritardi e condividere opportunità e miglioramenti ma servono delle tecniche per organizzarle ed affrontarle al meglio.
Ciò che è più importante per chi organizza una riunione è tenere ben presente il rispetto del tempo altrui pertanto prima di decidere se indire o meno una riunione, sarebbe utile riflettere sui seguenti aspetti:
- Ci sono altri modi più rapidi e meno dispendiosi per ottenere lo stesso obiettivo (es. mandare una mail informativa)?
- Le persone che realmente devono dare il loro contributo o che devono decidere, possono presenziare?
- Le persone che si intendono convocare sono motivate e interessate all’oggetto della riunione?
- E’ possibile prevedere dei mini meeting in cui far produrre della documentazione e materiale utile ai fini della riunione che intendo convocare?La riunione risulta efficace quando ci sono i partecipanti che possono dare il contributo di cui abbiamo bisogno e quando non dura troppo tempo (mai superare le 2 ore). Le riunioni-fiume sono sempre vissute molto male dai partecipanti perché vengono considerate come delle grandissime perdite di tempo.
Anche se nella nostra vita professionale abbiamo tenuto decine di riunioni, sarebbe bene non sopravvalutare la nostra capacità a cavarcela in ogni caso e di non sottovalutare aspetti apparentemente secondari come i seguenti:
1.Organizzazione dell’agenda: ogni riunione dovrebbe avere solo un obiettivo, che deve essere comunicato ai partecipanti insieme all’ordine del giorno. Le riunioni con molti obiettivi paiono dispersive, comportano molte divagazioni e generano tra i partecipanti un senso di insoddisfazione e frustrazione. E’ sempre meglio trattare l’argomento più importante all’inizio della riunione perché i partecipanti sono più attenti e concentrati e, non avvertendo ancora la pressione psicologica del tempo trascorso, tendono a discutere meglio e in modo più approfondito. Spesso invece si ha l’abitudine di trattare all’inizio della riunione i punti meno importanti per esaurirli velocemente e aver più tempo sugli altri; questo rischia di far perdere più tempo del previsto e fa porre più attenzione su argomenti di scarso rilievo.
2.Definizioni temporali: E’ utile inviare la convocazione in forma scritta (e-mail) soprattutto per le riunioni formali ma è preferibile farlo anche per quelle informali per dare la possibilità ai partecipanti di rileggerla con calma. Per le riunioni periodiche, calendarizzate automaticamente, è preferibile inviare una settimana prima un reminder oppure una telefonata di rinforzo. La convocazione dovrà contenere le seguenti informazioni: la data e il luogo del meeting, l’ orario di inizio e di chiusura lavori, l’elenco dei partecipanti e l’obiettivo della riunione. È una grande forma di rispetto precisare la durata della riunione per consentire alle persone di pianificare le loro attività a seguire. In alcune aziende mi è capitato di leggere alcune convocazioni a riunioni in cui l’appuntamento era fissato in modo vago per “la tarda mattinata” oppure per “il primo pomeriggio”….indicazioni del tutto soggettive che non avranno sicuramente portato a iniziare ad un orario ben preciso con tutti i partecipanti presenti.
La gestione dei tempi della riunione è nelle mani del soggetto organizzatore che deve rispettare l’agenda concordata con i partecipanti, questo non significa che non possa farsi aiutare dai partecipanti a mantenere le giuste tempistiche per ogni argomento. Nominare un timekeeper può risultare utile per coinvolgere i partecipanti e assegnare ruoli motivazionali a tutti.
3.Numero e tipologia dei partecipanti: bisogna invitare solo le persone direttamente interessate all’oggetto del meeting o coloro che possono dare un contributo. Invitare alcune persone solo “per non farle rimanere male” è un grosso errore perché coloro che non sono interessati si annoierebbero, non parteciperebbero come vorremmo e nel caso peggiore creerebbero disturbo.
4.Ambiente e logistica: La prenotazione della sala riunioni è un punto fondamentale perché capita spesso di voler iniziare una riunione e scoprire che la sala è già occupata da altri colleghi; quello che di solito accade è che ci si raggruppa nell’ufficio più spazioso di proprietà di uno dei partecipanti con perdita di tempo e sedute scomode (magari senza una scrivania d’appoggio e nei casi peggiori con persone in piedi o sedute sulle scrivanie). Se si sta organizzando una riunione sistematica (ad esempio uno staff meeting a cadenza mensile) sarebbe bene organizzarla sempre nella stessa sala perché le persone acquisiscono delle zone di comfort che possono aiutare il clima della riunione ed evitare la ricerca “del posto migliore”.
Ultimo aspetto (ma non il meno importante!!) è la gestione dei partecipanti invitati in riunione. Per l’approfondimento di questo punto si rimanda al post LE RELAZIONI TRA I PARTECIPANTI DI UNA RIUNIONE.